Palazzo Chigi secondo Letta, Renzi, Alfano e Berlusconi

Pubblicato il 10 Febbraio 2014 alle 13:43 Autore: Francesco Di Matteo
Palazzo Chigi secondo Letta, Renzi, Alfano e Berlusconi

Palazzo Chigi secondo Letta, Renzi, Alfano e Berlusconi

Quella che nei pressi di Palazzo Chigi si respira è un’aria pesante, carica di incertezza e di rischi. I protagonisti delle vicende che girano intorno alla massima poltrona governativa sono i soliti, tutti con differenti interessi politici: Renzi, Letta, Alfano, Berlusconi.

E mentre si fa sempre più forte la possibilità di un nuovo governo guidato dal sindaco di Firenze Matteo Renzi, lo scenario politica muta radicalmente. Renzi, con la vecchia maestria democristiana, smentisce la possibilità di porsi a capo di un governo di legislatura, ma i segnali che arrivano dalla politica dicono tutt’altro. Non è una novità che Renzi aspiri alla poltrona di Palazzo Chigi, l’unico ostacolo è ‘mediatico’, con una poltrona importantissima ottenuta senza passare per le elezioni. C’è già stato il caso di D’Alema nel ’98, ma a vantaggio di Renzi c’è una vittoria trionfale nelle primarie del PD che darebbe un minimo di legittimità, seppur con un voto indiretto.

Dalla parte di Enrico Letta, però, si smentisce categoricamente la possibilità di una staffetta di governo fra lui e Renzi. Letta esprime ‘piena fiducia per i vertici del PD’ e quindi nei confronti di Renzi, ma la realtà è che Letta ha già fatto sapere che si opporrà fino all’ultimo per la sua sostituzione con il sindaco di Firenze. Ma la posizione di Letta continua a traballare sotto i colpi dell’opposizione e del segretario del suo partito. Anche se ha legato la prosecuzione della sua avventura a Palazzo Chigi all’approvazione della legge elettorale, il passaggio decisivo sarà fatto insieme a Napolitano una volta che questi sarà tornato dalla trasferta in Portogallo. Dall’incontro uscirà fuori la linea definitiva: una staffetta con Renzi, un rimpasto di governo o un Letta-bis. La ‘timidezza’ mediatica del premier, in questa situazione, si sta trasformando in un grandissimo pregio, visto che sta riuscendo ad evitare tutti i tranelli posti sul suo cammino per peggiorare i rapporti con il PD, quindi resta alta la possibilità di un rimpasto o di un Letta-bis, soprattutto se verrà approvato l’emendamento che prevede il collegamento indissolubile della legge elettorale alla riforma del Senato, che allungherà i tempi di approvazione e, di conseguenza, allungherà la vita del suo governo. Altra mossa del premier è la presentazione a breve di ‘Impegno 2014’, l’agenda politica alla base del suo governo. Impegno 2014, però, è stato redatto dal solo Letta visto che ‘da più di un mese non arrivano proposte concrete dal Partito Democratico’.

Palazzo Chigi secondo Letta, Renzi, Alfano e Berlusconi

Politicamente scenario interessante è quello di un Letta-bis. Infatti la possibilità di un nuovo governo presieduto da Letta che possa arrivare fino al 2018 fa gola a tutti i partiti maggiori e presenti in parlamento. Renzi potrebbe consolidare il suo potere all’interno del partito; Berlusconi potrebbe lasciarsi alle spalle le beghe giudiziarie, incandidabilità compresa; Letta avrebbe una maggiore tranquillità di azione; e Alfano avrebbe il tempo di organizzarsi per le nuove elezioni.

Ed è proprio dal leader del Nuovo Centrodestra che arriva un monito in tal senso. Infatti Alfano dice che ‘non appoggerà un governo di legislatura’. Alfano ha chiesto a Letta e Renzi di fare un patto alla luce del sole, per definire la natura legislativa del governo. Il leader del NCD, poi, chiede un ‘passaggio di discontinuità molto chiaro’, minacciando di togliere l’appoggio al governo se non ci fossero tali presupposti.

Francesco Di Matteo




L'autore: Francesco Di Matteo

Napoletano classe '92. Laureato in Scienze Politiche e delle relazioni internazionali alla Federico II di Napoli nel 2014, è appassionato di giornalismo e in particolare di politica, di analisi politica e di Scienza Politica, in generale. Tesserato a Libera, in passato ha ricoperto la carica di Coordinatore Regionale a livello giovanile nell'Italia dei Valori (2012). Cofondatore dell'associazione Agorà - Lavoro, Partecipazione e Libertà. Attualmente collabora anche con "Il Roma" ed è co-fondatore della testata indipendente "Libero Pensiero".
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