Referendum costituzionale, come sono composti i due fronti

Pubblicato il 1 Dicembre 2016 alle 18:00 Autore: Giacomo Salvini
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Il referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre nelle ultime settimane sta dividendo l’opinione pubblica italiana. La scelta sarà univoca: un “Sì” per approvare definitivamente la riforma della Carta o un “No” per respingerla. Come ogni referendum, anche la politica si è divisa tra i fautori e i contrari alla riforma. L’Agcom ha pubblicato la lista delle forze politiche e dei comitati di entrambe le parti con annessi i nominativi dei Presidenti.

Il fronte del “Sì” può contare su 9 “soggetti politici” mentre il “No” ne conta 22, a dimostrazione di quanto sia più variegata e frammentata la sponda dei contrari alla riforma.

Referendum, il fronte del “Sì”

Per il “Sì” alla riforma costituzionale si sono schierati quattro gruppi parlamentari: naturalmente il Partito Democratico (PD) di Matteo Renzi, Alleanza Liperalpopolare Autonomie (ALA) di Denis Verdini, il Nuovo Centro Destra (NCD) di Angelino Alfano e Scelta Civica. I comitati invece sono cinque: “Basta un Sì” (Presidente Antonio Funiciello), “Liberi Sì” di Marcello Pera, “Liberaldemocratici/Basta un Sì”, “Insieme Sì Cambia” dei professori Ornaghi e Guzzetta e i “Centristi per il Sì”.

https://twitter.com/bastaunsi/status/804348647093760000

Referendum, il fronte del “No”

Dall’altra parte, schierati per il “No”, ci sono nove gruppi politici e tredici comitati. Tra i primi troviamo la Lega Nord, il Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Grandi Autonomie e Libertà, Conservatori e Riformisti, Possibile, Sinistra Ecologia e Libertà e L’Altra Europa con Tsipras. Tra i comitati per il “No” troviamo quello guidato dal costituzionalista Alessandro Pace, quello dell’ex Presidente della Corte Costituzionale Annibale Marini, quello messo in piedi da Massimo D’Alema e guidato dal Professor Guido Calvi e l’ANPI che si è schierata a maggioranza in difesa della Costituzione repubblicana.

https://twitter.com/ComitatoDelNO/status/804350599143821313

E’ quindi evidente che il fronte dei contrari sia più eterogeneo rispetto a quello dei favorevoli alla riforma costituzionale ed è anche piuttosto “normale” in un contesto di estrema polarizzazione politica e di “personalizzazione” di una consultazione referendaria su tutt’altro tema rispetto alla sopravvivenza o meno del governo Renzi. Ma questo non significa necessariamente che il “No” vincerà. Tutto è ancora aperto. Almeno fino a domenica.

L'autore: Giacomo Salvini

Studente di Scienze Politiche alla Cesare Alfieri di Firenze. 20 anni, nato a Livorno. Mi occupo di politica e tutto ciò che ci gira intorno. Collaboro con Termometro Politico dal 2013. Su Twitter @salvini_giacomo
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