Il dilemma di Samorì. Il caso politico dei Moderati in Rivoluzione (MIR)

Pubblicato il 4 Febbraio 2013 alle 15:28 Autore: Livio Ricciardelli

Ma chi è Samorì? Perché accostare il suo nome a politici bene o male conosciuti a livello nazionale? Occorre qui un’altra digressione storica.

Il Cavaliere indeciso: a seguito del suo annuncio Berlusconi non ha ancora scelto chi sostenere potenzialmente. Da tempo è in polemica con Alfano (Monti ci farà gran parte della sua campagna elettorale su questo tema) e del resto una candidatura come quella della Biancofiore emerge proprio in quanto Alfano è considerato troppo “autonomista” rispetto alla linea dura e pura del Cav. Il dubbio allora, quando nella agenzie di stampa esce il nome di questo Samorì, è che sia un prodotto di Berlusconi.

Samorì è imprenditore della provincia di Modena. Ex democristiano, e considerato vicino all’ala tecnocratica dell’ex ministro Stammati, Samorì aveva avuto modo di aderire ai Circoli del Buongoverno di Marcello Dell’Utri.

Non ha alcuna struttura di partito alle spalle, se non un fantomatico rapporto col Cavaliere. Samorì detiene però un capitale personale capace di riempire di manifesti le varie città d’Italia e riaprire i giochi di una competizione su cui non si hanno certezze in merito alla partecipazione popolare. E se dunque Samorì fosse l’erede di Berlusconi? Un imprenditore come lui a cui il Cav. avrebbe chiesto di prendere il suo posto all’insegna di un governo padronale del partito e della coalizione?

La cosa certa è che nessuno ha mai visto in faccia questo imprenditore. Viene annunciata attraverso la stampa una ospitata di Samorì a “Porta a Porta” un mercoledì sera, in cui appare come un distinto signore seduto in una poltroncina laterale dello studio di via Teulada.

Qualche giorno dopo viene organizzata una kermesse di Samorì a Chianciano Terme. Kermesse che si ricorderà più che altro per i pullman di anziani organizzati capaci solo di dire “siamo qui per quello che l’altra sera stava da Vespa”.

Dopo la sentenza di primo grado Mediaset però le cose cambiano. Berlusconi rientra gradualmente in campo e l’idea delle primarie viene accantonata (lo stesso Berlusconi dopo averle lanciate dichiara che rischiano di essere un flop a causa del poco tempo per organizzarle).

Nasce la nuova “Casa delle Libertà”: Berlusconi, ora rientrato in campo, deve comporre un quadro di alleanze ancora non molto definito. Tanto che ad un certo punto il PdL rischia di dover correre da solo contro tutti alle elezioni politiche (da qui alcune proposta come quella della “Rosa per l’Italia” firmata dall’ex capoccia dei Liberal Sgarbi a Udine Diego Volpe Pasini successivamente confluito…nel Mir!).

(Per continuare la lettura cliccare su “3″)

L'autore: Livio Ricciardelli

Nato a Roma, laureato in Scienze Politiche presso l'Università Roma Tre e giornalista pubblicista. Da sempre vero e proprio drogato di politica, cura per Termometro Politico la rubrica “Settimana Politica”, in cui fa il punto dello stato dei rapporti tra le forze in campo, cercando di cogliere il grande dilemma del nostro tempo: dove va la politica. Su Twitter è @RichardDaley
Tutti gli articoli di Livio Ricciardelli →