Matteo Renzi: il premier ombra si rivela

Pubblicato il 15 Febbraio 2017 alle 10:46 Autore: Alessandro Faggiano
matteo renzi

Matteo Renzi, il premier ombra

Un tempo si parlava di “governo ombra”, dicitura entrata nell’immaginario collettivo grazie all’idea di Walter Veltroni di creare un gabinetto alternativo al governo del Berlusconi IV (2008). Tale governo ombra – che di istituzionale aveva poco e nulla – si proponeva di agire come gruppo di pressione sull’esecutivo di centrodestra, per avanzare proposte e dialogare con questi, a partire da una posizione privilegiata. Considerando le fragili maggioranze del tempo (costante del nostro sistema politico ed elettorale), il governo ombra agiva come attore atipico attraverso la pressione esercitata sul Parlamento. A distanza di quasi una decade, gli strumenti e i fini del governo ombra vengono ripresi da una sola persona: Matteo Renzi, definibile “premier ombra”. Ma andiamo con ordine, partendo dai giochi di potere interni al Partito Democratico.

Matteo Renzi: dimissionario, con il fedelissimo Orfini Reggente

Il segretario del Partito Democratico cederà il comando al fedelissimo Orfini (presidente del partito a livello nazionale e già commissario del PD romano) e rilancia, affrettando le pratiche per Congresso e primarie. Un chiaro segnale di sfida lanciata non solo alla minoranza, ma alla stessa maggioranza, ormai frammentata in una serie di correnti e sottocorrenti. L’ultima, in ordine di tempo, è quella affermata dal Ministro della Giustizia, Orlando. Il segretario PD fa leva sull’appoggio della base. Secondo la maggior parte dei sondaggi politici più recenti, infatti, oltre quattro elettori ‘dem’ su cinque ripongono fiducia nel fiorentino. Dati che confortano il Matteo nazionale e che rinvigoriscono le sue ambizioni. Sul dato nazionale, la fiducia riposta in Renzi è seconda solo a quella del presidente Mattarella ed è il primo leader politico e di partito per distacco.

Matteo Renzi, il “premier ombra”

Dalla direzione del Partito Democratico celebrata nella giornata di San Valentino a Roma, il segretario dimissionario non detta la linea soltanto ai suoi ‘dem’. Con il discorso nella direzione PD Renzi vuole dettar legge anche nell’attuale esecutivo. E così, Renzi assicura che bisogna incalzare il Parlamento e il governo a fare alcune cose, a partire dai decreti attuativi su scuola e pensioni. Chiede che si stabilisca una commissione d’inchiesta sulle banche e che si proponga, una volta per tutte, il taglio dei vitalizi – con efficacia retroattiva -. Renzi snobba Gentiloni – il quale assicurò che il suo governo sarebbe rimasto in carica fino a quando avrebbe avuto i numeri dalla sua parte – e parla di elezioni anticipate. Considerando la difficoltà tecniche per votare a giugno (il discorso sulla responsabilità legato al G7 è stato già accantonato) Renzi indica i primi giorni d’autunno come data approssimativa per le elezioni generali (in concomitanza con le elezioni in Germania, in cui si sfideranno Angela Merkel e Martin Schulz).

Il governo con l’ombra

L’esecutivo Gentiloni nasce dall’unione del “governo fotocopia” – per via del semplice rimpasto e la squadra ministeriale praticamente inalterata, tranne per il cambio al MIUR dove è stata posta la discussa Valeria Fedeli – e dall’incisività del “premier ombra”, Matteo Renzi. Il segretario PD, dopo un breve periodo di riposo e riflessione nella sua Pontassieveè tornato a Roma in pompa magna. L’apertura di un blog in concomitanza con la decisione della Consulta sull’italicum è stato il primo passo della sua personale campagna elettorale, aprendo a una visione ancor più personalistica del partito. Da allora, i consigli e le raccomandazioni al governo – in forma più o meno velata – sono aumentate in maniera esponenziale, fino a sfociare nelle direttive lanciate dalla direzione PD di San Valentino. Matteo Renzi svela così le sue carte e palesa la volontà di incidere sulle decisioni prese a Palazzo Chigi. Più che un “governo ombra” (gruppo di pressione alternativo all’esecutivo) potrebbe definirsi la volontà di profilare un governo con l’ombra: governo fotocopia indirizzato dal premier ombra.

Alessandro Faggiano

 

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
Tutti gli articoli di Alessandro Faggiano →