Incontro saltato, Grillo prima attacca poi fa dietrofront: “Porte aperte per dialogo”

Pubblicato il 7 Luglio 2014 alle 21:55 Autore: Giuseppe Spadaro
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Alla fine il secondo incontro sulle riforme tra Pd e M5S previsto per oggi è saltato. A comunicare l’annullamento  è stato in mattinata il capogruppo alla Camera del Pd, Roberto Speranza che in una lettera alla presidente della Camera Laura Boldrini spiega come “il confronto potrà svolgersi solo dopo formali risposte”. Il no del Pd ha lasciato basiti i Cinque Stelle. “Siamo esterrefatti per l’incontro saltato. D’ora in poi parliamo con Renzi. Gli altri interlocutori non si sono dimostrati attendibili” ha detto il vicepresidente della Camera ed esponente del M5S, Luigi Di Maio. A lui ha risposto il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini: “È chiaro che neanche il PD intende far saltare il tavolo, consapevole del fatto che l’urgenza delle riforme chiama tutti a lavorare con impegno e tempestività, confrontandoci con tutti”. Non è da escludere un incontro in settimana.

di maio luigi m5s

L’ira di Grillo per l’incontro saltato – Il no del Pd ha fatto mandare su tutte le furie Beppe Grillo. In un’intervento alla web tv del Movimento “La cosa” il leader dei Cinque Stelle si è scagliato contro Matteo Renzi e il Partito Democratico: “Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibilel’intervista del Corriere della Sera di domenica di Luigi Di Maio. Si prende atto che il Pd preferisce gli incontri al chiuso di cui nessun cittadino sa nulla con un pregiudicato con il quale si appresta a fare la “riforma” della Giustizia. Si prende atto che Renzi, le cui palle sono sul tavolo di Verdini e Berlusconi, rifiuta con il M5S ogni confronto democratico e che l’Italia dovrà pagarne tutte le conseguenze. Il M5S rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia. Nessuno potrà più imputarci di non aver cercato il dialogo. Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto”.

A Grillo ha replicato via tweet Matteo Renzi (che stasera non andrà alla riunione dei senatori del Pd): “Io sono un ebetino, dice Beppe, ma almeno voi avete capito quali sono gli 8 punti su cui #M5S è pronto a votare con noi? #pochechiacchiere“. E ancora: “Non è uno scherzo, sono le regole! Chiediamo un documento scritto per sapere se nel #M5S prevale chi vuole costruire o solo chi urla”.

Alla replica di Renzi è seguita la controreplica di Grillo che sa di dietrofront: “Per chi non ha capito, o non ha voluto capire, tra il mio intervento di oggi e la conferenza stampa di Di Maio e Toninelli non vi sono contraddizioni, le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5S sono sempre aperte, nè mai le ha chiuse nonostante continue provocazioni. Il M5S ha il dovere come seconda forza politica di migliorare la legge elettorale e ci proverà fino in fondo. Il mio è stato un appello ai parlamentari delle altre forze politiche che hanno a cuore la democrazia perché ci aiutino a evitare una deriva anticostituzionale legata alle riforme.”

Le 10 domande del Pd – Intanto Il Pd dal profilo del gruppo dei senatori democratici pubblica 10 domande sulla legge elettorale e sulle riforme rivolte ai Cinque Stelle. Domande a cui il M5S in serata, risponde.

L’annullamento dell’incontro ha scatenato anche la rabbia degli attivisti del Movimento 5 Stelle. Sul blog di Beppe Grillo piovono commenti al vetriolo: nel mirino soprattutto Matteo Renzi, da molti ribattezzato presidente del ‘conigliò. “Sotto schiaffo. Questa è la politica dei 5 stelle?”, chiede un attivista. In molti, dalla Rete, suggeriscono di abbandonare in gran fretta il dialogo con i dem. “Lasciateli perdere questi pidioti- scrive, tra gli altri, Enzo – non dategli più nessuna importanza. Un consiglio: sedetevi sulla riva del fiume e aspettate che il cadavere passi. Sicuramente alla prima manovra finanziaria (inevitabile)”. Ma c’è anche chi ricorre ai turpiloquio. Tra questi Luis di Roma: “L’avevo detto – sottolinea in romanesco – dicesi martellasse i co… da soli! Fasse pià percu.. da un ritardato e 4 zoc… nunè proprio er toppe, direi”.

L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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