Ue, D’Alema avverte: “Non possiamo andare avanti così”

Pubblicato il 16 Luglio 2015 alle 14:32 Autore: Felice Tommasino

È una lunga intervista quella rilasciata dall’ex premier Massimo D’Alema all’Unità. Una intervista nella quale si è parlato di Europa, di Grecia ma anche della politica italiana e quindi del Pd.

Il quadro della situazione è chiaro: “Questa Unione ha un’anima, ma purtroppo è conservatrice”. Un’anima riconducibile alla visione culturale “che si è progressivamente consolidata nel corso dei lunghi anni di dominio della destra”.

E nel quadro è altrettanto evidente la contrapposizione dei due fronti: “Quello nazionalista o localista contro l’Europa dei burocrati e dei tecnocrati. E quella sociale, che genera forme di populismo di sinistra”. D’Alema fa notare: “Che cos’è in fondo il populismo? È la rivolta delle masse contro le élite”.

Una Europa troppo debole secondo D’Alema

“Da tempo sottolineo la debolezza di questa Europa, che nei giorni scorsi ha dato una sconcertante immagine di sé, stretta da un lato dall’emergenza immigrazione e dall’altro dalla crisi greca” ribadisce l’ex premier. Deluso aggiunge: “Cosa dire di un ricco continente che non riesce nemmeno a gestire poche decine di migliaia di profughi? Che litiga su chi debba dare accoglienza a quarantamila persone in fuga da sanguinosi conflitti, alimentando allarmi, paure e quello stato di tensione che fa crescere le forze più populiste e reazionarie? Così come è stata deludente, per usare un eufemismo, la gestione della crisi greca”. A tal proposito fa notare: “Dei 250 miliardi dati, ai greci ne sono arrivati 30”.

Sulla Grecia

Sulla crisi greca, D’Alema è d’accordo con Romano Prodi nell’affermare che con le soluzioni messe in atto si sia soltanto evitato il peggio: “Il peggio sarebbe stato l’espulsione della Grecia dall’euro, ipotesi perseguita dalla destra europea. Politicamente sarebbe stato un colpo al cuore al progetto europeo e avrebbe avuto conseguenze geopolitiche non valutabili nella loro portata”.

“Si è evitato un disastro politico”

Conseguenze geopolitiche ma non solo: “Psicologicamente, poi, la reversibilità dell’euro, la possibilità dell’euro di fallire, avrebbe avuto un impatto devastante. I tassi di interesse sarebbero saliti in modo difficilmente arginabile anche da parte della Banca Centrale Europea. Si è evitato un disastro politico dalle conseguenze economiche e finanziare incalcolabili e impressionanti”.

“Questo dogma liberista non funziona”

L’ex premier sottolinea: “La crisi greca è stata affrontata insistendo con quelle politiche di austerità che ormai da cinque anni producono danni, politiche punitive che non funzionano. In questo accordo ci sono anche punti ragionevoli, penso alla necessità di allineare l’età pensionabile a standard europei e alla possibilità di applicare misure antipovertà (…) ma non c’è nessun piano di investimenti, su scuola o innovazione ad esempio, nulla che aiuti i greci a rilanciare la loro economia (…) Questo dogma liberista non funziona, perché senza una politica di investimenti intelligente non si va da nessuna parte”.

Massimo D'Alema

“Non possiamo andare avanti così”

D’Alema avverte: “Non possiamo andare avanti così, senza un forte potere politico, un’area dell’Euro in cui si realizzi una progressiva armonizzazione delle politiche fiscali e sociali, condizioni di competitività alla pari, meccanismi di trasferimento di risorse dalle aree più ricche a quelle più deboli”.

Il precedente storico è subito servito: “È così che si è riunificata la Germania: lo Stato tedesco ricco trasferì risorse verso l’Est povero, mentre un sistema dove le risorse vanno dai poveri verso i ricchi non può reggere”.

La soluzione a tutto ci sarebbe, secondo D’Alema: “Basterebbe fare quello che il Pse ha promesso in campagna elettorale ma non fa”. Un dato del quale bisognerebbe chiedere conto ai leader del Pse.

“Tsipras non è contro la Ue”

Tra i leader europei c’è Alexis Tsipras. A lui D’Alema rivolge il proprio attestato di stima: “Tsipras non è contro la Ue, ha una matrice eurocomunista. Non dimentichiamo che anche Papandreu cercò di fare un referendum, ma in quel caso la Merkel glielo impedì e così finì la sua parabola politica”.

Pd al bivio: “Non affidarsi solo a calcoli di un capo”

Massimo D'Alema e Matteo Renzi

Il referendum greco “risponde alla stessa logica delle primarie”. Inevitabile dare un’occhiata a quanto sta facendo il Pd: “Non so dove stia andando. O si muove nella direzione di un rassemblement neocentrista (…) oppure si pone il problema di ricostruire il centrosinistra e di ricucire un rapporto con quella parte grande del nostro popolo che alle ultime elezioni ci ha lasciato. Sono due prospettive alternative su cui davvero varrebbe la pena di aprire una discussione seria e non soltanto di affidarsi ai calcoli di un capo”.

 

L'autore: Felice Tommasino

Classe 1991, cilentano. Laureando in Editoria e Pubblicistica all'Università degli Studi di Salerno. Su Twitter @felicetommasino
Tutti gli articoli di Felice Tommasino →