La storia di Rosa – Il primo appuntamento (Mattina)

Pubblicato il 10 Aprile 2020 alle 20:03 Autore: Nicolò Zuliani

C’era una sola regola: dieci entrano, dieci escono. Ma quando ci va di mezzo l’alcool le cose si complicano.

La storia di Rosa – Il primo appuntamento (Mattina)


Ciclo I: – – – – – – – – –
Ciclo II: – – – – – – – –

La cucina non ha ancora le tende, così la luce del giardino che s’affaccia sulle montagne entra di sbieco, illuminando la tavola apparecchiata per la colazione. Rosa è l’ultima a scendere con addosso una vestaglia di seta anni ’50, tirata fuori da uno dei tanti guardaroba dei piani di sopra. Inizia una frase, poi vede le teste chine e il viso giallognolo e sudato di Xeni. «Cos’è successo?»
«C’è qualcuno, qui dentro» mormora Xeni, serrando e rilasciando la mascella «Siamo diventati undici.»
«E che problema c’è? Abbiamo da mangiare e da bere per due eserciti.»
Il viso di Guido è grigio cenere: «Prova ad aprire la porta, magistrato.»

Rosa, incuriosita, gira la maniglia della porta finestra della cucina. La trova rigida e bloccata. Prova a tirare, ma non cede di un millimetro. Jackson si alza tenendo gli occhi bassi, le va vicino e sferra un calcio al vetro, poi un altro, che risuonano come una cassa con troppa ovatta. Rosa nota che sul pavimento c’è una cassetta degli attrezzi aperta, il nero prende un cacciavite e usando entrambe le mani colpisce il vetro.
C’è lo stesso suono.

«Non è possibile» fa Rosa.

«E buongiorno» fa Guido, bevendo un sorso di caffè con la mano che trema «Ti aggiorno su quello che abbiamo provato a fare mentre dormivi; tutte le porte e finestre sono in questo stato. Ci siamo sgolati a farci vedere o notare dai poliziotti fuori, niente. Abbiamo passato al microscopio ogni angolo di questo porcile dalla soffitta alla cantina, non c’è nessuno. Internet è andato. I cellulari prendono, ma chiunque chiami qualsiasi numero in rubrica sente canzonette. Manca solo il tuo. Ah, la pelata sa qualcosa, ma dice che non è vero.»

Xeni ha gli occhi lucidi e la faccia mortificata.

Rosa corre di sopra a prendere il telefono. Va nei preferiti, chiama suo marito, risponde Eros Ramazzotti che gorgheggia che grande donna sei, me ne sono accorto sai, in questi anni miei. Riattacca, prova il 112. La canzone riprende dov’era prima. Torna in cucina con le gambe che vacillano e la costringono ad appoggiarsi allo stipite: «Cosa sta succedendo qui dentro?»
«Credo sia… magia» fa Jackson, labbra che tremano e fiato corto.
«Ssssì, moro, so che vieni da posti poco civilizzati e c’hai paura dei prodigi dell’uomo bianco, ma fidati, il mondo si divide in due gruppi: il ciclo del carbonio e le cazzate.»

«Perché dicono che sai qualcosa?» domanda Rosa a Xeni.
«So solo che è entrato qualcuno che non doveva entrare, e questo viola la regola. Dieci entrano, dieci escono.»
«Che regola? Chi l’ha decisa?» fa Rosa.
«È… è complicato. Non lo so.»
«È complicato o non lo sai?!»
«NON LO SO!»
«Va bene, calmati. Se il problema è che c’è qualcuno, è entrato dopo di noi, giusto?»
«È questo che non ha senso» fa Xeni «Nessuno poteva entrare. Non è possibile. Non ci sarebbe riuscito.»
«Perché?»
«Non lo so. È così e basta.»
«D’accordo, per adesso lasciamo stare questo» fa Rosa «Allora che spiegazione dai?»
Tutti i telefonini squillano contemporaneamente, facendo sussultare i presenti. Clelia lancia un grido.

«Altre canzoni» fa Guido, ascoltando «Io ho Ricchi e poveri, voi?»
«Beniamino Gigli, nientemeno» fa Gaia «Questa la cantava mia madre quand’ero piccola. Maaammaaaa, solo per te la mia canzone vola.»
Rosa sposta gli occhi su Elettra: «Tu, ragazzina?»
«Roba del 2000, credo» fa la bionda, rannicchiata sulla sedia «La cantava sempre una mia amica. Vivo ancora con mamma, mamma, mamma…»
«La mia è Mamma maria» interrompe Guido.
Rosa spinge il labbro inferiore di fuori e inclina la testa, annuendo: «Perfetto. Escludendo la mia andropausa e la barman, una di voi cinque stanotte è rimasta incinta.»

I telefonini tacciono. Xeni lascia cadere la fronte sul tavolo. Clelia, Gaia, Elettra, Consuelo e Giulia cercano risposte negli occhi delle altre, senza trovarne.

«Per uscire da qui bisogna essere in dieci, giusto?» fa Rosa, rivolta a Xeni «Non nove, non undici?»
La barman muove la testa contro il tavolo: «Dieci entrano, dieci escono.»
«Quindi uno muore» fa Rosa, guardando fuori dalla finestra.

«No, no, fermi tutti» fa Andrea, saltando in piedi «Ma di che state parlando? Cos’è che sa, la pelata? E a te questo sangue freddo da dove salta fuori?»
«Te lo racconto stasera, dopotutto tocca a me raccontare il primo appuntamento, no?» fa Rosa «E Cristo, adesso un sacco di tessere della mia vita stanno andando a posto.»

Esce.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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