IRAP versus IRPEF: gli schieramenti

Pubblicato il 10 Marzo 2014 alle 16:01 Autore: Emanuele Vena

L’annuncio del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, di voler stanziare 10 miliardi di euro per il taglio del cuneo fiscale, ha suscitato un fervente dibattito. A maggior ragione dopo che il premier – durante la sua prima visita ufficiale a Treviso – ha sottolineato che il punto focale sarebbe stata la scelta su quale tipo di taglio operare.

Il dibattito ha portato alla nascita di vari schieramenti, divisi tra loro sulla necessità di privilegiare un taglio delle tasse alle imprese (IRAP) o, al contrario, di rimpolpare le buste paga dei lavoratori (IRPEF). Di seguito una panoramica delle varie correnti di pensiero e dei relativi esponenti.

premier renzi e ministro economia padoan

Renzi ed il Ministro dell’Economia Padoan

Favorevoli al taglio dell’IRAP. Nell’ampia schiera di chi è a sostegno di un taglio alle tasse per le imprese, non può che spiccare Confindustria, anche se il presidente Squinzi ha sottolineato come sia ugualmente importante anche onorare i crediti verso la PA, perchè “è la crisi di liquidità delle imprese il fattore che, riversandosi sulle famiglie, produce il calo dei consumi interni”. Di parere simile è anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, figlia di quel Guidalberto – ex vicepresidente di Confindustria – che tempo fa definì l’IRAP come “la tassa più odiata dalle imprese“. “Sì” ad una preferenza al taglio alle imprese anche dal vice della Guidi, il montiano Carlo Calenda – altro esponente governativo con un passato in Confindustria – e dal vice di Padoan, il liberal PD Enrico Morando. Tra i montiani a favore del taglio alle imprese spiccano anche le voci di parlamentari come Vitelli e Lanzillotta.

Il presidente di Confindustria Squinzi

Il presidente di Confindustria Squinzi

Favorevoli al taglio dell’IRPEF. Tra le posizioni apertamente a favore di un intervento teso a gonfiare le buste paga dei lavoratori c’è ovviamente la CGIL, con la Camusso che spinge per un taglio prioritario dell’IRPEF, criticando però le modalità di recupero delle risorse ipotizzate dal governo. A favore di un intervento a sostegno dei lavoratori anche il leader FIOM Landini. “Sì” all’intervento sull’IRPEF anche da CISL e UIL, convinte che un intervento del genere, in un’unica soluzione, sia fondamentale per rilanciare i consumi.

Legge stabilita', protestano i sindacati

CGIL, CISL e UIL a favore del taglio dell’IRPEF

Favorevoli al mix. Pur preferendo in linea di principio un sostegno agli imprenditori, il Ministro dell’Interno – nonché leader dell’NCD – Alfano spiega di “non volere un derby tra IRPEF ed IRAP”, aprendo la strada ad un mix tra i due interventi. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Confcommercio, che tramite il presidente Carlo Sangalli ritiene necessario mettere mano sia alla struttura dell’IRPEF che a quella dell’IRAP. Lo stesso viceministro Calenda, sebbene principalmente orientato verso il taglio dell’IRAP, non esclude che un mix con una riduzione dell’IRPEF per i redditi bassi possa essere “la soluzione ideale nell’ottica di maggiore giustizia sociale“. A favore del “fifty-fifty” anche il PD Cesare Damiano– ex Ministro del Lavoro nel secondo governo Prodi – un cocktail che non piace invece al Ministro dei Trasporti Lupi, perché rischierebbe di produrre “un bicchiere mezzo vuoto“.

nuovo centrodestra alfano

Alfano apre al mix tra le due misure

La palla passa a Matteo Renzi. Il premier, che sembra tendenzialmente favorevole a privilegiare un taglio dell’IRPEF – d’altronde già nel programma per le Primarie PD l’attuale presidente del Consiglio prometteva 100 euro mensili in più per redditi sotto i 2000 euro – dovrà vedersela con il diktat del ministro Padoan che, pur non esponendosi a favore ne’ dell’IRPEF che dell’IRAP, ha consigliato vivamente una misura “esclusiva”, rigettando quindi l’ipotesi di mix tra le due misure. Il tutto entro mercoledì, giorno annunciato dal premier per l’ufficializzazione del taglio delle tasse.

Emanuele Vena




L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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