L’eterna ruota dell’opinione pubblica italiana dal dopoguerra in poi

Pubblicato il 9 Agosto 2019 alle 19:20 Autore: Nicolò Zuliani

L’eterna ruota dell’opinione pubblica italiana dal dopoguerra in poi

L’eterna ruota dell’opinione pubblica italiana dal dopoguerra in poi

Nell’anno X il paese versa in condizioni disastrose; la criminalità è alta, la condizione di vita pessima. Le scuole sembrano residuati di bombardamenti, per le strade girano clandestini abbandonati a sé stessi, il consumo di stupefacenti e psicofarmaci è altissimo, gli episodi di giustizia sommaria da parte di milizie cittadine sono innumerevoli come gli episodi di discriminazione, razzismo, omofobia e violenza.

– Accogliamoli tutti!
– Giusto. E poi?
– Boh, scarichiamoli in strada e che si arrangino.

I cittadini si dividono in una ristretta minoranza di ricchi aristocratici e in una sconfinata moltitudine di poveracci, che passano le giornate a scannarsi tra di loro. Tutti, però, concordano: c’è bisogno di un cambio di rotta, dato che il governo attuale – e quelli precedenti – li hanno ridotti in quello stato.

Ma chi votare?

A nessuno dei cittadini passa per la testa di perdere tempo a guardare curriculum, anche perché se c’è una cosa che li infastidisce è leggere risultati e meriti altrui, perché li fanno sentire inadeguati. Preferiscono ascoltarli parlare ed è la solita sbobba di cui non si capisce nulla. Parlano politichese, sono grigi burocrati e il mondo l’hanno rovinato quelli in giacca e cravatta, non quelli coi tatuaggi di Vasco.

A un tratto, alle spalle dei cittadini, c’è una grossa pernacchia amplificata, due trombette che squillano e una vuvuzela. Tutti si voltano.

Le ferie viste dall’altra parte della reception

Finalmente qualcuno che parla il linguaggio del popolo.

Si chiama Waldo ha soluzioni semplici, rapide ed efficaci. Non esiste problema, mancanza di coperture finanziarie, leggi che Waldo non dica di poter risolvere in qualche modo. La gente ne è entusiasta, finalmente uno di loro che sa cosa fare. Lo eleggono a furor di popolo, anche se alcuni fanno presente che Waldo non ha titoli né esperienze lavorative. Non importa, perché Waldo fa ridere e poi dice che risolverà le cose, invece dei grigi burocrati che sanno solo elencare problemi.

Waldo si tira dietro altri Waldi

La gente ride e applaude entusiasta mentre una pletora di incapaci si insedia al governo e fa cazzate disastrose, sbadatamente dichiara guerra ai pinguini dell’Antartide, affondano sette navi da crociera perché volevano giocare col pannello di controllo, si fanno sodomizzare da banchieri e multinazionali ingigantendo il debito, tirano dentro cani e porci per poi abbandonarli a morire di fame nelle strade, in un bizzarro tentativo di fare contenti tutti senza scontentare nessuno. Dopo un po’ creditori, strozzini e forze dell’ordine si presentano alla porta di Waldo chiedendo conto delle sue azioni.

Nelle puntate precedenti:
TEORIA – – – – –

PRATICA –
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Waldo se ne va senza pagare

Al suo posto vengono messi altri grigi burocrati che per risolvere i problemi e le voragini economiche sono costretti a fare cose atroci e dire alla gente di tirarsi su le brache. Il popolo li odia, ovviamente, perché sono diversi da loro e li fanno vivere peggio di prima quando c’era Waldo.

Appena possibile, lapidano i grigi burocrati e li scacciano, augurandosi di non vederli mai più, perché hanno distrutto l’Italia. Ma ora la situazione è peggiore di prima, e serve qualcuno capace di risolverla; chi la salverà? Alle loro spalle parte una grossa pernacchia, due trombette e una vuvuzela. Tutti si girano: è un volto nuovo, mai visto in politica.

“Finalmente qualcuno che parla come noi” dicono.

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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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