Come scegliere il cappello da uomo

Pubblicato il 25 Settembre 2019 alle 13:59 Autore: Nicolò Zuliani
Come scegliere il cappello da uomo

A livello d’importanza, il cappello è il capo d’abbigliamento più importante di tutti. Il cappello dona dignità, autorevolezza, carisma, ed è stato rimosso sia dagli uomini che dalle donne dal mondo creativo/intellettuale per un motivo ben preciso: se hai un cappello in testa – uno vero, non un cuffia di lana – il tuo modo di ragionare cambia. Diventi più civile, più gentile e più rilassato. Il cappello di una persona è la sua corona, ed è un principio interiore fortissimo.

C’è un motivo se quando Jack Sparrow perde il cappello tu empatizzi subito con lui, anche se di norma non lo porti.

La storia del cappello è la storia dell’Uomo, in cui l’apice della sua civiltà coincide con cappelli rigidi, alti e lustri. Man mano che inizia a decadere i suoi cappelli perdono altezza, nobiltà di materiali, rigidità. Non è un caso se oggi noi indossiamo cappelli da neonati – cuffie di lana – o da adolescenti, cioè il cappello da baseball.

Uomini poveri del 1960
Uomini ricchi del 2019

Le regole del cappello valgono solo per gli uomini.

Le donne, come in tutto il resto dell’abbigliamento, sono libere di fare quello che vogliono. Se stai per insorgere dicendo che è sessista, in realtà i motivi sono due; primo, il cappello di una donna spesso completa tutto un outfit. Secondo… hai presente cos’è una donna con un cappello? È l’equivalente di biancheria Victoria’s secret per il viso, rende interessante pure la più slavata.

Come diceva Joe Cocker, you can leave your hat on

Regole (parecchie, lo so)

I cappelli con la tesa (trilby, fedora, etc.) si mettono con cappotti lunghi. Con cappotti sportivi tipo duffle o giubbotti, vanno i baschi vari o i Beanie. Il motivo è la coerenza con la formalità dell’insieme.

Il cappello si toglie in segno di rispetto quando:

  1. Si entra in luoghi di culto.
  2. Si entra in luoghi dove è presente lo Stato (tribunali, commissariati, municipi, scuole, biblioteche).
  3. Durante commemorazioni, quando suonano l’inno nazionale o passano le frecce tricolori.
  4. All’ingresso di locali privati come ristoranti, bar, case, cinema, teatri.
  5. In presenza di una donna. Se la saluti puoi solo portare due dita e fare il gesto ma se si ferma a parlare con te lo devi togliere, che sia tua mamma o la portinaia.

So che sembra complicato, ma più lo porti e più ci farai l’abitudine finché diventerà un riflesso condizionato, tipo alzarti o fare il gesto se una donna si alza o arriva al tuo tavolo. Quest’ultima ogni tanto la sbaglio ancora.

Tipi di cappello

Cilindro (o Top hat)

Il cappello formalissimo per definizione è il cilindro; sebbene io ne abbia uno non lo userò probabilmente mai, dato che si mette assieme a frac o tight e solo in occasioni in cui ce l’hanno tutti, tipo un matrimonio molto formale. Ma oggi a contare gli uomini che hanno un tight in armadio tanto vale resettare la rubrica telefonica. Dati i tempi in cui viviamo, comunque, escludendo il Beani, abbiamo:

Lobbia

Il Lobbia (detto Homburg) è il cappello più formale dopo il cilindro. Prende il nome dal deputato Cristiano Lobbia, aggredito da una bastonata che gli ammaccò il cono del cappello. Ha una tesa rigidissima e rivolta verso l’interno, ed è purissimo primo ‘900.

Fedora

Il Fedora (detto Snap brim) ha stoffa morbida e tesa larga, tra i 7 e gli 8 cm che si può portare alzata o abbassata, mentre la parte posteriore è rivolta verso il basso. La parte anteriore del cono è pizzicata, quella superiore è molto incavata. Ha una fascia media ed è un cappello informale.

Borsalino

Il Borsalino, quello di Humphrey Bogart. La tesa è attorno ai 6 cm e la parte posteriore è rivolta verso l’alto. È più rigido del Fedora, la parte anteriore del cono è appena accennata. Di solito ha una fascia grande. L’azienda ci ha fatto uno spot da prurito alle mani, ma forse perché è diretto ai ragazzini, non ad appassionati di Storia e di cinema anni ’30. O a uno nato nel 1980.

Panama

Il Panama è sostanzialmente un Fedora fatto con fibre di palma intrecciate, cosa che lo rende traspirante e fresco. Si porta fuori città e in località balneari, applicando le stesse regole tranne – ovviamente – quella del cappotto. Quelli bianchi con fascia nera che vendono nelle bancherelle a prezzi variabili sono fatti di paglia, si sformano e macchiano subito, ma conviene prenderne uno se hai voglia di provare a vedere come te lo senti addosso senza spendere cifre notevoli.

Trilby

Il Trilby è il cappello di Don Draper, una specie di Borsalino in miniatura; rigido, con fascia e tesa piccoli. La parte anteriore è rivolta verso il basso. I musicisti e gli hipster lo adorano.

Coppola rigida (o Ascot)
Coppola morbida
Newsboy

La coppola rigida (o Ascot) ha un figlio più tranquillo, la coppola morbida, e uno più scazzato, che è il Newsboy. Anche se diversi e ben più versatili, ognuno di questi va scelto considerandone la larghezza. Quindi abbiamo il Newsboy che sporge di un paio di centimetri. Poi la coppola rigida, che sporge di uno, e quella morbida che è praticamente nulla.

Come scegliere il tuo

In Internet ci sono svariate guide per scegliere il cappello migliore basandoti sul tuo tipo di viso. Alcune sono precise e valide, altre più generiche. Funzionano per proporzioni e simmetria proprio come la dimensione di colletto e cravatta, ti assicuri che bilancino le linee del tuo viso e ti aiutino a correggere i difetti.

Il fatto è che queste guide, così come “compra questo outfit per soli trentamila minibot”, trascurano la cosa più importante di tutte: te. Noi non siamo solo linee, siamo la nostra personalità, che viene dalla nostra esperienza e dalla nostra vita. Quindi leggi la guida che t’ho messo qui sopra nel link, ma se quando ti guardi allo specchio non ti riconosci, allora ignorala e metti quello che più ti fa sentire a tuo agio, perché il modo in cui porti le cose vale più delle cose in sé.

Mercoledì prossimo arriviamo agli accessori.

Nelle puntate precedenti:
TEORIA – – – – –

PRATICA –
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L'autore: Nicolò Zuliani

Veneziano, vivo a Milano. Ho scritto su Men's Health, GQ.it, Cosmopolitan, The Vision. Mi piacciono le giacche di tweed.
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